CSRD
7 maggio 2025
In questo articolo vi spiegheremo tutto quello che c'è da sapere sulla compliance, comprese le ultime novità relative all'Omnibus e le nuove scadenze per ogni caso specifico.
Punti chiave che verranno trattati:
Breve panoramica della CSRD e dei suoi requisiti
Modifiche omnibus: cosa si applica a voi quando?
Procedimento step-by-step per operare in conformità alla CSRD
Come eseguire la rendicontazione CSRD
Errori comuni nell'implementazione della CSRD directive
Best practices dai nostri clienti
CSRD Significato: Breve panoramica degli standard CSRD e dei relativi requisiti per la sostenibilità aziendale
In breve, la CSRD è una direttiva dell'Unione Europea adottata dal Parlamento europeo. Si basa sulla logica della direttiva sulla rendicontazione finanziaria, con l'obiettivo di aumentare la trasparenza e la responsabilità nella rendicontazione della sostenibilità. È la regolamentazione più ambiziosa mai introdotta in termini di sostenibilità, e richiede alle aziende nuovi sforzi basati sui dati per divulgare informazioni sulle loro prestazioni ambientali, sociali e di governance (ESG).
Le date di applicazione della rendicontazione variano a seconda della dimensione delle aziende e dei loro parametri finanziari. Tutte le aziende dell'UE saranno progressivamente coinvolte, ma le grandi aziende saranno le prime a essere interessate. Per qualsiasi dubbio a riguardo, è possibile contattare il nostro team di esperti:
Come sarà la vostra linea temporale dopo l'Omnibus?
Con l'approvazione della direttiva Omnibus "stop-the-clock" in aprile, sono intervenuti molti cambiamenti che probabilmente avranno un impatto sulla vostra tempistica. Vediamoli brevemente in questo paragrafo.
Originariamente, il CSRD si sarebbe applicato a:
Le aziende della Wave 1 (già soggette alla direttiva precedente, NFRD), che nel 2025 stanno ancora riportando i dati del 2024.
Aziende della seconda ondata, a partire dal 2025 (con il primo rapporto previsto per il 2026), e
Le aziende della terza ondata, a partire dall'anno successivo (nel 2026, da riferire nel 2027).

Con le modifiche in corso, gli ultimi due gruppi (rispettivamente, grandi aziende e PMI) subiscono uno slittamento di 2 anni dei loro obblighi (rendicontazione sui dati del 2027, a partire da gennaio 2028) e, quando il numero di dipendenti rimane sotto la soglia dei 1.000, un nuovo quadro di riferimento per la rendicontazione volontaria: il VSME.
Cosa succede se non si è pronti in tempo per conformarsi alla direttiva?
Nella stesura della direttiva, l'EFRAG ha puntato ad aumentare l'affidabilità dei dati ESG: devono diventare affidabili e accurati come le informazioni finanziarie. Con le recenti modifiche, l'ulteriore obiettivo è stato quello di rendere questo processo più snello, più facile da raggiungere per le aziende, dando loro anche un po' di tempo in più per prepararsi.
Rimane comunque fondamentale fornire la traccia di controllo di ogni dato. Per uno specifico punto di dati, dovreste essere in grado di:
Dimostrare l’affidabilità della fonte dell'informazione.
Tracciare e registrare ogni aggiornamento del dato.
Definire un responsabile (data owner) per esso.
Si noti che i revisori esterni dovrebbero giungere alle stesse conclusioni. Di conseguenza, se dovete presentare una relazione nel 2028 sui dati del 2027, la vostra azienda dovrebbe disporre di sistemi per raccogliere dati a prova di revisione all'inizio dell'anno fiscale 2027, ovvero a gennaio per la maggior parte delle aziende.
Rischi legati al ritardo nel processo di acquisizione dei dati
Se il processo di acquisizione dei dati inizia in ritardo, si incorre in due tipi di rischi:
Dati mancanti: Se non si effettua un'accurata mappatura dei dati prima del 2027, potrebbero sfuggire dati importanti che sarà difficile ottenere in seguito.
Interrompere il percorso di revisione: Come per i bilanci finanziari, la normativa ESG prevede che gli auditor siano in grado di tracciare e accedere a tutti i dati ESG rilevanti per l'anno oggetto di audit; un'acquisizione inadeguata dei dati può compromettere questo processo.
Prepararsi: Guida step-by-step seguendo gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS)
A partire dal maggio 2025, gli standard europei di rendicontazione della sostenibilità sono di nuovo in lavorazione: è lecito supporre che saranno alleggeriti nelle dimensioni, ma è impossibile trarre conclusioni su come saranno nel prossimo futuro.
Ciononostante, molte aziende hanno già iniziato a lavorarci: la condivisione dei risultati ottenuti finora fornirà sicuramente qualche spunto utile per prepararsi a ciò che verrà.
Può sembrare ovvio, ma per prima cosa bisogna dedicare del tempo a familiarizzare con i requisiti, l'ambito e il calendario della CSRD. Il sito web dell'EFRAG e i nostri articoli sono ottimi punti di partenza.
L'intero progetto può essere gestito autonomamente oppure con il supporto di un partner: noi di ROSE assistiamo i nostri clienti in tutti i passaggi durante la fase di implementazione del software, e la nostra metodologia è allineata alle linee guida dell'EFRAG:
Step 1: Valutazione della Doppia Materialità in 4 fasi
La corretta comprensione del principio di materialità è fondamentale per condurre una corretta analisi di materialità (Double Materiality Assessment – DMA). Si tratta di un passaggio fondamentale che può sembrare complesso all'inizio, ma con una giusta metodologia, che segua gli standard ESRS, diventa del tutto gestibile.
Fase 1: Mappatura della filiera e degli stakeholder
La mappatura della filiera consiste nell'identificare e visualizzare le attività principali, i processi e gli stakeholder coinvolti nella creazione e nella fornitura di un prodotto o servizio. Ecco i principali passaggi:
Effettuare una suddivisione per aree di business.
Analizzare ogni attività coinvolta in un punto specifico della filiera (a valle, a monte, in fase operativa).
Descrivere le dipendenze e gli stakeholder coinvolti o impattati.
Gli stakeholder, per essere mappati, possono essere divisi in due principali categorie: quelli influenzati dagli impatti dell’azienda e quelli che utilizzeranno i report di sostenibilità. Consigliamo di mappare le interazioni già esistenti tra essi e l’azienda (ad esempio con un'indagine sui dipendenti già attiva) e le aspettative già evidenti da tali interazioni. Questo è il primo passo da compiere per comprendere dove il coinvolgimento degli stakeholder è carente e dove sarà maggiormente necessario intervenire.
Fase 2: Impatti, Rischi, Opportunità (IROs)
Questa fase consiste nel determinare quali elementi sono rilevanti per l’azienda e, di conseguenza, quali aspetti sono obbligatori per il report CSRD. Durante questo processo, si elencano gli impatti (positivi e negativi), i rischi e le opportunità (IROs) dell'azienda in relazione alle tematiche di sostenibilità (argomenti, sotto-argomenti e sotto-sotto-argomenti). Si tratta di un processo approfondito, ulteriormente descritto in questo articolo.
Fase 3: Definizione delle Soglie e Punteggi
In questa fase, l'azienda determina se ciascun IRO sia rilevante o meno.
Solo gli elementi che superano determinate soglie saranno considerati materiali e applicabili per l’ESG reporting.
Queste soglie sono definite da una formula che considera fattori come scala, portata, possibilità di rimedio e probabilità.
Quando un punteggio supera la soglia, l'argomento è considerato rilevante e i dati applicabili vengono quindi identificati per la rendicontazione.
Basandosi sugli IROs materiali, l'elenco finale delle tematiche di sostenibilità rilevanti (argomenti, sotto-argomenti e sotto-sotto-argomenti) viene così ristretto.
Fase 4: Dalle tematiche di sostenibilità ai requisiti di divulgazione
Una volta identificate le tematiche di sostenibilità, l'ultimo passo sarà definire i requisiti di divulgazione che ne derivano.
Step 2: Recupero e gestione dei dati aziendali
Per conformarsi alla CSRD, le aziende devono raccogliere i dati relativi ai requisiti di divulgazione identificati e includere queste informazioni nei loro report di sostenibilità.
Secondo la nostra esperienza, questo passaggio rappresenta la sfida maggiore a causa della complessità dei dati di sostenibilità:
Natura olistica: I dati includono aspetti ambientali, di governance e sociali e comprendono metriche molto diverse tra loro, come tonnellate, metri cubi, divari di genere o politiche.
Dati frammentati: I dati di sostenibilità sono archiviati in vari luoghi, come software di contabilità, suite HR, ERP, sistemi di gestione stipendi o persino sensori locali sul campo. Recuperare e gestire questi dati richiede tempo.
Qualità dei dati: Dopo aver recuperato i dati, è fondamentale garantirne la qualità, la coerenza e la completezza.
Una gestione adeguata dei dati è essenziale in ogni fase della gestione della sostenibilità: per essere conformi alla CSRD, bisogna stabilire obiettivi raggiungibili e prendere decisioni aziendali basate sugli impatti della sostenibilità.
Nota: Noi di ROSE semplifichiamo questo processo grazie al Data Studio, una sezione dedicata del nostro software che consente di caricare file da diversi sistemi e lavorare sui dati in un unico luogo.

Step 3: Definire obiettivi e target di sostenibilità per l’azienda (richiesto dalla normativa)
Un errore comune è pensare che il lavoro sia terminato una volta raccolti i dati. La CSRD va oltre le normative precedenti, richiedendo alle aziende di stabilire obiettivi e dimostrare un miglioramento continuo.
Allineamento: Gli obiettivi devono essere allineati alla valutazione di materialità e alla tassonomia UE.
Responsabilità: Gli obiettivi devono essere assegnati a una persona specifica (owner) responsabile dei progressi, per garantire che il lavoro sia coordinato e che le scadenze vengano rispettate.
Passaggi operativi: Gli obiettivi vanno suddivisi in azioni più piccole, ciascuna con un responsabile e una scadenza.
Nota: Utilizzare un software dedicato per la gestione di obiettivi e azioni non è obbligatorio ma può essere molto utile, poiché tutte queste informazioni devono essere consolidate nel report in maniera olistica. ROSE offre questa funzionalità.
Step 4: Prima redazione del report, allineata con gli standard di rendicontazione CSRD 🎉
I requisiti di rendicontazione possono sembrare impegnativi, ma, seguendo i passaggi precedenti, quest’ultima parte non dovrebbe presentare ulteriori complessità. Ci sono ancora alcune cose da considerare:
Struttura del report: Deve essere allineata con i requisiti della CSRD.
Leggibilità: I report devono essere leggibili sia dalle persone che dalle macchine, quindi devono essere concisi e chiari e devono includere i tag XBRL.
Aggiornamenti in tempo reale: Idealmente, bisognerebbe utilizzare uno strumento che permetta di creare più modelli e aggiornare i dati in tempo reale, in modo da monitorare i progressi e fornire informazioni agli stakeholder interni ed esterni (ad esempio, ai dipartimenti di comunicazione e marketing, ai clienti e ai fornitori).
Errori comuni da evitare
Ecco gli errori più comuni che abbiamo identificato e alcuni suggerimenti su come evitarli:
➡️ Cercare di fare tutto da soli: La CSRD è una regolamentazione senza precedenti sul tema della sostenibilità; è ambiziosa e comporta un certo grado di complessità. Almeno per il primo anno, è una buona idea farsi aiutare da esperti in CSRD, che provengano da società di consulenza o software.
➡️ Affidarsi troppo alla consulenza: Da un estremo all’altro! È bene non affidarsi esclusivamente alle competenze esterne, evitando di sviluppare competenze interne. È fondamentale trovare il proprio equilibrio: l'expertise esterna può essere preziosa, ma costruire competenze interne è cruciale per evitare costi imprevedibili man mano che le normative diventano più complesse.
➡️ Sottovalutare il tema dei dati: Il tema dei dati è spesso la sfida più grande. Le informazioni di sostenibilità sono tanto diverse quanto i dati relativi al cambiamento climatico, alle politiche HR, alla governance aziendale, etc. Può anche capitare di dover recuperare dati dalle filiali; è bene dedicare tempo a capire dove ogni dato è archiviato, come recuperarlo e pulirlo correttamente per garantirne l'affidabilità, coinvolgendo anche, se necessario, il dipartimento IT.
➡️ Cercare di automatizzare tutto: Non tutto deve essere automatizzato. La chiave per identificare cosa dovrebbe essere automatizzato in modo prioritario è la frequenza di aggiornamento. Se un dato deve essere aggiornato ogni giorno o ogni settimana, probabilmente deve essere automatizzato. Se la frequenza è trimestrale o annuale, probabilmente no.
➡️ Dimenticare la tracciabilità dell'audit: Ogni dato deve avere un responsabile dedicato, registri di ogni aggiornamento e spiegazioni dettagliate per eventuali ipotesi fatte, in modo da garantire che un auditor esterno arrivi alle stesse conclusioni dell’azienda.
➡️ Dimenticare il miglioramento continuo: La CSRD non è solo un'immagine statica delle pratiche di sostenibilità, ma prevede una continua dimostrazione di miglioramento. Bisogna dunque stabilire obiettivi, suddividerli in azioni e coinvolgere l’azienda in maniera capillare, nonché produrre report regolari.
➡️ Considerare questo esercizio solo dal punto di vista della conformità : La CSRD è una straordinaria opportunità per generare valore e ottenere vantaggi sui competitors, poiché, oltre al regolatore, altri stakeholder (come clienti e fornitori) chiedono performance di sostenibilità all'avanguardia. La CSRD è un'opportunità eccellente per prendere decisioni virtuose che avranno un impatto positivo sul comportamento aziendale a 360 gradi.
➡️ Utilizzare esclusivamente Excel: È necessario padroneggiare un software dedicato alla gestione della sostenibilità. Potrebbe sembrare un consiglio di parte, ma il software non deve necessariamente essere ROSE. L'alternativa a uno strumento dedicato è generalmente l'uso di Excel, che porta alla rottura della tracciabilità dell'audit e a errori a causa di inserimenti manuali e versioni multiple di file condivisi tra gli stakeholder. La scelta di un software che garantisca almeno le seguenti funzionalità è imprescindibile:
Capacità di importare file di origine dai tuoi sistemi informativi e manipolare i dati sulla piattaforma. Nota: senza usare modelli!! Altrimenti, si perderebbe il senso.
Funzionalità di gestione degli obiettivi e delle azioni integrata nella piattaforma.
Creazione illimitata di modelli per report e aggiornamenti in tempo reale.
Lasciati ispirare: alcuni esempi di aziende che si preparano alla conformità CSRD e alla rendicontazione di sostenibilità
È sempre utile imparare dalle aziende che affrontano sfide simili. In ROSE, siamo fortunati a supportare imprese di vari settori. Ecco alcuni esempi:
Italdesign (Industria della progettazione automobilistica e della mobilità): Scopri come si stannoconcentrando sui dati per rendere la rendicontazione ESG affidabile, al pari di quella finanziaria.
Bolsius (Il più grande produttore di candele d'Europa): Scopri come stanno rendendo futuribile la loro strategia ambiziosa di sostenibilità, centralizzando tutti i temi ESG in un unico hub.
Vroon (Settore della navigazione internazionale): Scopri come stanno utilizzando ROSE in ogni fase, dalla DMA al miglioramento continuo e costante, per ridurre al minimo il loro impatto ambientale.
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